Ametropie e problemi corneali

La miopia è un'ametropia o un'anomalia rifrattiva, a causa della quale i raggi luminosi provenienti da un oggetto distante non si focalizzano correttamente sulla retina, ma invece davanti ad essa. La conseguenza è che gli oggetti osservati tendono ad apparire sfocati e la visione migliora con la riduzione della distanza a cui si guarda.

La miopia, come tutte le ametropie, si misura in diottrie: per la correzione si può ricorrere a lenti negative, grazie alle quali le immagini arrivano a fuoco sulla retina. Infatti, immaginiamo che la retina sia lo schermo sul quale arriva l'immagine proveniente da un proiettore. Nel miope l'immagine è come se risultasse sfocata sullo schermo, per cui è necessario spostare il fuoco all'indietro con un'opportuna regolazione, così che si riesca a vedere nitidamente.

La lente che permette di quantificare la miopia non è detto però che sia la lente che viene poi effettivamente prescritta, in quanto vengono effettuati piccoli aggiustamenti in base alle esigenze soggettive della persona e alla tipologia del mezzo correttivo (occhiali o lenti a contatto). Per la normativa in vigore in Italia, la valutazione e correzione della miopia è effettuata dagli ottici o dai medici oculisti (si stima che ciascuna professione valuti, in Italia, circa la metà dei casi).

La miopia è dovuta generalmente da una lunghezza eccessiva del bulbo oculare. Un'altra causa può essere un'alterata curvatura delle superfici rifrattive dell'occhio. Nelle fasi iniziali e intermedie della cataratta oppure a seguito di alterazioni metaboliche si può manifestare miopia a seguito di alterazione dell'indice di rifrazione dei mezzi oculari, in particolare del cristallino.

Oltre a questa classificazione prevalentemente ottica possiamo citarne altre in base alla causa ereditaria oppure evolutiva: l'eccessivo sforzo e protrarsi del lavoro prossimale provoca o concorre a sviluppare miopia.

La gravità della miopia si misura in diottrie (indicano il potere delle lenti correttive necessario a compensare il difetto): fino a -3.00 diottrie si tratta di miopia lieve e si considera un difetto visivo in un occhio altrimenti sano, da -3.00 a -6.00 diottrie si tratta di miopia media, mentre una miopia maggiore di -6.00 diottrie è considerata di grado elevato. La miopia è definita patologica, quando si associa a patologie corio-retiniche o oculari quali distacco della retina o glaucoma. Vi sono però molti criteri e le classificazioni possono variare anche notevolmente.

I raggi luminosi che passano attraverso i mezzi ottici oculari (cornea, cristallino, ecc.) vengono messi a fuoco all'interno del bulbo oculare, ma davanti alla retina anziché sulla retina. La conseguenza è che il punto remoto, cioè il punto più lontano dell'occhio a cui vi è una visione nitida senza l'utilizzo di accomodazione, è posto ad una distanza finita rispetto all'infinito come invece avviene in un occhio senza difetti di vista, detto emmetrope.

La distanza massima a cui un soggetto riesce a vedere nitidamente è inversamente proporzionale al grado della miopia. Per esempio, un miope di -2.00 diottrie riesce a vedere nitidamente al massimo a 50 centimetri (ossia 1/2 metro) e non oltre. Invece, il soggetto miope sarà in grado di ottenere una messa a fuoco per punti ancora più vicini rispetto ad un soggetto emmetrope.

Consiglio Punti di Vista:
Il miope trova l'antiriflesso sulle lenti un trattamento di notevole efficacia, inoltre nelle alte e medie miopie, utilizzando una lente ad alto indice(sottile), si riduce la visione dei cerchi concentrici laterali. Vieni a provare entrambe le soluzioni presso il nostro punto vendita.

L'astigmatismo (dal greco ?-, ?ν- a, an mancanza, privazione; e στιγμ? stigmé punto) è un'ametropia o errore refrattivo molto comune in cui, a causa di una curvatura corneale asimmetrica, vi è una differente rifrazione ottica lungo i diversi meridiani oculari (esempio 180° e 90°).

Nei soggetti normali, i meridiani hanno tutti lo stesso raggio di curvatura (sistema omocentrico) oppure può essere presente un leggero astigmatismo cosiddetto fisiologico (vedi sotto). Il soggetto astigmatico, invece, presenta un profilo corneale in cui un meridiano ha un potere maggiore rispetto al suo ortogonale. Otticamente l'astigmatismo provoca due differenti linee di focalizzazione sulla retina, le quali causano una visione sfocata (o sdoppiata) a tutte le distanze.

L'astigmatismo può essere associato a miopia, ipermetropia e presbiopia. La compensazione dell'astigmatismo prevede l'utilizzo di lenti oftalmiche o lenti a contatto o chirurgia refrattiva.

Il termine non è da confondere con l'astigmatismo dei fasci obliqui, un'aberrazione ottica.

Vi sono differenti tipi di classificazione dell'astigmatismo in base a differenti criteri.

  • Astigmatismo corneale, dovuto ad un'anomala curvatura della cornea
  • Astigmatismo interno o lenticolare, dovuto ad alterazioni dei mezzi diottrici interni all'occhio (es. cristallino).

A seconda dell'orientamento del meridiano corneale, possiamo avere:

  • Astigmatismo secondo regola o diretto. È il più diffuso.
  • Astigmatismo contro regola o indiretto.
  • Astigmatismo obliquo

A seconda della posizione dei due fuochi rispetto alla retina, possiamo avere:

  • Astigmatismo miopico
    • semplice: una linea focale è miope, cade cioè davanti alla retina
    • composto: entrambe le linee focali sono miopi, cadono cioè davanti alla retina
  • Astigmatismo ipermetropico
    • semplice: una linea focale è ipermetrope, cade cioè dietro alla retina
    • composto: entrambe le linee focali sono ipermetropi, cadono cioè dietro alla retina
  • Astigmatismo misto. Una linea focale è miope, cade cioè davanti alla retina mentre l'altra che cade dietro la retina, è ipermetrope

Il grado di astigmatismo si esprime in diottrie. A seconda del grado possiamo avere:

  • Astigmatismo debole/lieve: da 0 a 1 diottrie.
  • Astigmatismo medio: da 1 a 2 diottrie.
  • Astigmatismo forte/elevato: superiore a 2 diottrie.

A seconda del tipo di astigmatismo i sintomi possono essere molto differenti. Astigmatismi di grado lieve possono essere asintomatici oppure presentare sintomi derivanti dal continuo cambio di messa a fuoco (accomodazione) nel tentativo di ottenere un'immagine il più nitido possibile. Tali sintomi consistono in dolori ai bulbi oculari, dolori sull'arcata ciliare, cefalea, bruciore agli occhi, lacrimazione eccessiva. Astigmatismi di grado medio elevato presentano solitamente una visione sfocata, sia nella visione per lontano che per vicino.

Consiglio Punti di Vista:
Il paziente astigmatico trova conforto nella lente antiriflesso per la nitidezza dell'immagine. Da noi potete trovare un vasto assortimento di tipologie di antiriflesso e di lenti oftalmiche.

L'ipermetropia è un'ametropia o condizione rifrattiva nella quale i raggi provenienti dall'infinito si mettono a fuoco oltre la retina. Un certo grado d'ipermetropia può essere compensato grazie all'accomodazione. Se quest'ultima non è sufficiente saranno necessarie lenti positive, biconvesse o convergenti.

Da un punto di vista ottico il bulbo oculare è troppo corto rispetto al potere refrattivo (ossia alla capacità di messa a fuoco dell'occhio). L'ipermetrope può compensare la sua ametropia, ma ciò può avvenire solo per difetti di entità medio-bassa. La compensazione dell'ipermetropia dipende, inoltre, dal grado di accomodazione disponibile: è massimo in giovane età ma diminuisce con il passare degli anni. Questo spiega perché un certo grado d'ipermetropia da giovani venga compensato tranquillamente, mentre con l'avanzare dell'età va corretto con lenti sempre più forti.

Cause più rare dell'ipermetropia possono essere:

  • una riduzione della curvatura della cornea e/o del cristallino
  • un'eccessiva distanza tra cristallino e cornea

L'ipermetrope può vedere gli oggetti all'infinito solo utilizzando il meccanismo dell'accomodazione e, per questa ragione, il suo muscolo ciliare non è mai completamente rilassato . I sintomi principali sono definiti astenopici (mal di testa, bruciore, lacrimazione, ecc.) e si manifestano specialmente nella visione da vicino, in conseguenza all'eccessivo uso dell'accomodazione (ipermetropia + visione da vicino); questa situazione si può presentare, ad esempio, in seguito a lettura per molte ore al giorno. Solo in una fase più avanzata vi è un calo dell'acutezza visiva che si manifesta prima nella visione per vicino e poi anche nella visione a distanza, quando l'accomodazione non è più in grado di compensare l'ipermetropia.

Consiglio Punti di Vista:
L'ipermetrope oltre al trattamento antiriflesso, in casi di media e forte ipermetropia trova le lenti asferiche più confortevoli per una visione senza distorsioni laterali e riducendo l'effetto ingrandente del potere diottrico. Puoi trovare questa tipologia di lenti presso il nostro punti vendita.

Il cheratocono è una patologia oculare caratterizzata da uno sfiancamento centrale della cornea (ectasia) che colpisce entrambi gli occhi, anche se con diverso grado evolutivo, la cui incidenza è riferita attorno ad un caso per 2.000 abitanti. Non è presente alla nascita Comincia a manifestarsi verso la pubertà Progredisce sino a circa quarant'anni Ci sono però forme che insorgono più tardi e altre che non si arrestano e continuano a progredire. E’ difficile, quindi, dare una regola generale e ogni caso va inquadrato singolarmente.La causa del cheratocono rimane ancora oggi sconosciuta. Sicuramente si tratta di una malattia familiare. Studi di genetica ipotizzano che, alla base, possa esserci l’alterazione di un gene non ancora identificato.Fortunatamente, nella maggior parte dei casi, si tratta di forme non progressive, cosiddette fruste, che però possono dare una marcata riduzione visiva.Il cheratocono coinvolge sempre la parte centrale della cornea: raramente si osserva un'alterazione marcata della cornea periferica, anche nei casi particolarmente evoluti e gravi con accentuato sfiancamento.


Quando il cheratocono evolve e l'astigmatismo diventa irregolare, la correzione con lenti tradizionali non consente più di raggiungere un visus sufficiente. È questo il momento di passare alle lenti a contatto semirigide o rigide. Oltre a consentire un ottimo recupero visivo, è stata attribuita alle lenti a contatto anche la capacità di arrestare o ritardare l'evoluzione del cheratocono grazie ad un ipotetico effetto di contenimento del tessuto corneale. Questa ipotesi non è però mai stata confermata scientificamente, per cui l'indicazione ad applicare precocemente la lente a contatto nel cheratocono, o il consiglio di applicarla molte ore allo scopo di "comprimere” lo sfiancamento corneale possono, al contrario, causare dei problemi nel tempo. La scelta di una lente piatta che comprima l'apice del cheratocono, portata magari per molte ore al giorno, può provocare microabrasioni, erosioni della superficie della cornea con perdita di tessuto (ulcerazione); inoltre con il tempo può far comparire, come detto, un’opacità corneale (leucoma). La lente a contatto ideale dovrebbe: seguire la deformazione del cheratocono (trovando più punti di appoggio) non dovrebbe essere portata ininterrottamente senza limiti (dovrebbe essere utilizzata considerandola un ottimo presidio correttivo ottico limitando le ore di applicazione allo stretto necessario).

Consiglio Punti di Vista:
Da noi vengono effettuate applicazione di lenti a contatto per cheratocono semi rigide a geometria inversa e miste con bordo morbido e centro rigido.


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